domenica 26 gennaio 2014

► Consumo di Suolo - Una grave emergenza

Fermare il Consumo di suolo è un DOVERE !!!

Argomento delicato e complesso, su cui si possono scrivere libri. Questo è un breve articolo per forza di cose incompleto e "superficiale" pubblicato su Viva Bagnacavallo Viva, Piccolo Giornale GRATUITO della Lista Civica Bagnacavallo Insieme. In fondo per chi vuole, c'è il link all'articolo originale che andava più in profondità e nel dettaglio, troppo lungo per essere pubblicato nel giornalino, ancora troppo, troppo corto per affrontare completamente l'argomento!

A dicembre si è celebrata la Giornata mondiale del suolo. La cementificazione è una delle principali cause della perdita di suolo in tutto il mondo. Questo è drammaticamente vero anche in Italia, che ha un territorio geologicamente molto fragile ed un alta densità abitativa, che imporrebbero di non sprecare nemmeno 1 mq di terreno fertile, agricolo o naturale che sia. Secondo l'ISPRA ogni giorno vengono impermeabilizzati 100 ettari di terreni naturali. 10 mq al secondo. Dal 1971 al 2010, abbiamo perso 5 milioni di ettari di Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Un cambio di modello di produzione, che contempli una riconversione che emancipi il settore agricolo da speculazioni varie potrebbe aprire nuove prospettive non solo da un punto di vista produttivo, più equo e sostenibile, ma anche in termini di presidio territoriale. All’agricoltura non servono contributi elargiti senza una vera politica agricola che li sostiene, per “modernizzare” il settore e renderlo competitivo con il resto del mondo. Certo che sentirsi dire un paio di anni fa dall’allora Assessore Provinciale all’Agricoltura questa affermazione: “per l’economia avevamo puntato tutto sull’edilizia e adesso è difficile cambiare e trovare altre strade per rilanciare l’economia stessa” , la dice lunga sulle reali capacità e mancanza di lungimiranza dei nostri politici locali. Tutti orientati alla speculazione edilizia e dimenticandosi politiche di valorizzazione del territorio, dell’agricoltura e dei suoi eccellenti prodotti, “piccolo grande” tesoro della nostra Regione. E la dice lunga anche sul fatto che per un reale rinnovamento della politica, non serve a nulla cambiare facce se poi le linee guida sono sempre le stesse. E’ necessario per chi si propone di guidare la cosa pubblica togliere il paraocchi, vestirsi di umiltà e aggiornare le idee, le opinioni ed i programmi in relazione ai tempi che cambiano. L'Italia sta progressivamente perdendo capacità produttiva. Riso, pomodori, vino, alcuni formaggi e frutta fresca sono le colture prodotte in misura superiore al fabbisogno interno. Per tutte le altre siamo ben al di sotto della copertura. Tutto questo per una politica scellerata di speculazione edilizia ma sopratutto per molte politiche agricole europee volte ad elargire “contributi a pioggia” e non mirati a salvare le produzioni come l’esempio del settore bieticolo-saccarifero “smantellato” in Italia e ora essendo deficitari di zucchero, lo dobbiamo importare, stessa cosa anni prima è successo con i cereali.
Quindi questo vuol dire che, se non cambiamo rotta, saremo sempre più dipendenti dalle importazioni, noi che dovremmo esportarlo il cibo e non importarlo!
La cementificazione è il grande nemico da combattere se vogliamo difendere quella risorsa primaria e limitata che è il suolo. Occorrono interventi di vario genere ed occorre anche un cambio di mentalità e di scelte di governo e che sappiano andare oltre al facile consenso e alla speculazione edilizia, anche legale . Qualcosa sembra muoversi, ma in gran parte è solo apparenza. Nell’attuale legislatura sono stati depositati tre disegni di legge di iniziativa parlamentare che puntano alla riduzione del consumo di suolo. Ma vista l’attuale situazione politica e l’incoerenza di alcuni partiti proprio sul tema del consumo del suolo, basta pensare come è cambiata la nostra regione negli ultimi 10 anni con un aumento spropositato del cemento, non lascia presagire nulla di buono almeno nel medio-corto periodo.la sfida del futuro è trovare strumenti che consentano di avviare un vasto processo di rigenerazione urbana a consumo netto zero garantendo l’indispensabile sostenibilità economica degli interventi edilizi e infrastrutturali, sia per gli operatori privati che per i soggetti pubblici. Servono adeguate politiche di mercato, fiscali e di facilitazione al credito con l`obiettivo di rendere più conveniente il recupero dell`esistente piuttosto che la costruzione del nuovo. Fermare il consumo di suolo, è un emergenza locale e nazionale di prioritaria importanza, è necessario cominciare subito, prima che sia troppo tardi.

Gianfranco Rambelli - G.T.A. Gruppo Trasversale Agricoltori
Stefano Rambelli - Salviamo il Paesaggio

L'articolo originale!

 

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