sabato 19 maggio 2012

► Centrali a Biomasse - Ricorso al Tar, a Savarna (Ra)

Centrali a Biomasse - Savarna

Sarebbe davvero importante che la sempre maggiore presa di coscienza, da parte dei cittadini che si battono a livello iperlocale sull'inutilità e la dannosità delle centrali a Biomasse sfociasse nella confluenza in un unico soggetto a livello provinciale. Unire le forze sane in questa lotta impari contro politicanti e affini è un dovere, se non un obbligo...

GLI ORGANISMI LOCALI PRONTI A COSTITUIRE UN UNICO SOGGETTO

Supercomitato contro le biomasse. L’iniziativa parte da Savarna e si allarga a tutta la provincia

Le centrali: gli incentivi hanno favorito la nascita di una quarantina di impianti dopo il boom del fotovoltaico

I ricorsi: proteste e petizioni fino ad ora non hanno avuto risultati. Ora i cittadini vanno dagli avvocati e ricorrono al Tar

Prosegue la battaglia del Comitato contro il biodigestore di via Chiavica Fenaria a Savarna. Ieri pomeriggio dieci rappresentanti hanno consegnato all’assessore provinciale alle Politiche per l’ambiente e il Territorio Mara Roncuzzi la petizione, frutto della raccolta di circa mille firme. Dato che l’impianto di proprietà della cooperativa Agrisfera ha già avuto tutte le autorizzazioni a procedere, il prossimo passo del comitato sarà la presentazione – fra qualche giorno – di un ricorso al Tar, appena completata la raccolta della documentazione. “A nulla sono servite le nostre diffide al Comune di Ravenna e alla Regione Emilia Romagna – illustra il portavoce Mauro Prioretti -. L’impianto si farà malgrado il 90 per cento della popolazione della zona sia contraria, e malgrado il sostegno da parte di associazioni del calibro di Wwf, Legambiente e Slow Food. Siamo in contatto con gli altri comitati cittadini impegnati in battaglie analoghe nella nostra provincia e intendiamo organizzare insieme una grande manifestazione, per fare sentire ancora di più la nostra voce alla politica”.

Diverse le richieste di chiarimento che gli esponenti del comitato hanno sottoposto all’assessore. A cominciare dalla nuova normativa regionale, risalente a metà 2011. “Secondo i limiti stabiliti dal recente provvedimento – aggiunge Prioretti -, il comune e la provincia di Ravenna conoscono livelli drammatici di inquinamento. Continueremo così a pagare multe per gli sforamenti di Pm10 e polveri sottili. Ma ciò che più conta è che la normativa, ben poco chiara, lascia intendere che i nuovi limiti debbano essere rispettati sia dagli impianti a biomassa da combustione sia dai biodigestori a gas. Gli impianti hanno ben poco di biologico visto che il mais e il granoturco sono trattati con pesticidi e fertilizzanti. Già quindici anni fa, era considerato obsoleto bruciare per produrre energia elettrica. Invece noi proseguiamo in questa direzione, portando via terreni all’agricoltura e costruendo palazzine di due piani”.

Il comitato esprime inoltre una grande preoccupazione per l’alto numero di impianti che hanno raggiunto quota quaranta in provincia di Ravenna. A questi si aggiungono i centotrenta delle province di Forlì-Cesena e Rimini. “Siamo indignati per quanto sta accadendo – conclude il portavoce -, tanto più che, secondo alcune voci, sembra che sia stato presentato un altro progetto di biodigetore sempre nella zona tra Savarna e Alfonsine. Questo ci amareggia molto visto l’impegno speso finora”.

Da  Il Resto del Carlino – cronaca di Ravenna – del 15/05/2012
Centrali a biomasse, che crescono come funghi, a centinaia, come se niente fosse... inquinamento, speculazioni, traffici illeciti, controlli  inesistenti, insostenibilità ambientale, quale futuro per i nostri figli???...

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