mercoledì 11 agosto 2010

Alpinismo e doping


Alle volte leggo le riviste a cui sono abbonato con molto ritardo da quando le ricevo.... alle volte sarebbe meglio non le leggessi mai, ma quando leggo certe cose poi non riesco a stare zitto... e devo dire la mia...
Leggo su "La Rivista", bimestrale di montagna inviato ai Soci Cai, del mese di Marzo/Aprile un farneticante articolo su doping ed alpinismo dell'esimio Spiro Dalla Porta Xydias, Presidente o ex Presidente del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, Accademico e Socio Onorario del CAI e Membro Emerito del Soccorso Alpino. Il Signore in questione, in questo articolo che lascia del tutto allibiti e sconcertati parte dall'assunto che il doping nell'alpinismo è lecito e non va contro l'etica, perchè l'alpinismo non è uno sport e prosegue con tutta una serie di considerazioni senza ne capo ne coda, "arrampicate" sugli specchi e giochi di parole per giustificare il tutto....
Bene, partiamo dall'inizio anche noi...
il Signor Dalla Porta Xydias parte dalla definizione che da Wikipedia di "doping" , ora io vado su Wikipedia che non considero affatto la Bibbia, ma è il testo usato da Dalla Porta e cerco Alpinismo.... sorpresa!!!
Alpinismo: L'alpinismo è una disciplina sportiva che si basa sul superamento delle difficoltà incontrate durante la salita di una montagna.
L'alpinismo è una disciplina sportiva, quindi è uno SPORT!....
Ora se Wikipedia vale per doping, per forza di cose vale anche per Alpinismo e che si basi sulla competizione o meno, presupposto che lo scrittore usa per affermare più volte e ripetutamente che l'A. non è uno sport ma non ci dice cos'è, non ha nessuna importanza .... L'A. è uno sport punto e basta! Ora a prescindere da questo quand'anche l'A. non fosse uno sport, ma l'illustre ci dica cos'è, il doping è sempre e comunque barare sia che l'attività svolta sia competitiva o meno e non è mai ed in nessun caso accettabile. Nel lungo articolo si mischiano continuamente i termini droghe e doping , che non sono la stessa cosa, dipendenze tipo fumo ed alcool che nulla hanno a che fare con il doping e si fa di tutta l'erba un fascio aggiungendovi gli aspetti psicologici che producono le suggestioni autoindotte o create da altri. Spiace leggere un articolo così pressapochista da parte di un letterato e mi spiace veramente parlare così di un anziano signore di 93 anni, ma la mia speranza è che lo scrittore in questione al momento dello scritto fosse , appunto, o sotto l'effetto di sostanze dopanti o in preda ad attacchi di demenza senile, anche se a valutare dalla risposta data alle due Lettrici che proclamavano la loro totale e convinta indignazione all'articolo sul numero seguente de "La Rivista" c'è poco da sperarci....
in questo mondo sempre più avaro e povero di valori e e dove sempre di più il fine giustifica i mezzi è intollerabile ed inaccettabile che si giustifichi l'uscire dalle regole e per di più per una sola categoria... di caste ne abbiamo già abbastanza... gli Alpinisti rispettino se stessi, l'etica e gli altri come tutti e l'osservazione che il doping possa in alcuni casi salvare delle vite, non ha nessun rilievo...
Nel caso Heckmair, citato nell'articolo andò tutto per il verso giusto, ma a prendere fialette senza sapere così ci sia dentro può anche capitare di lasciarci la vita senza nemmeno avere il tempo di accorgesene...
nessuno è obbligato a fare l'alpinista, gli alpinisti scalino le vette di cui sono alla portata, e se non hanno le capacità tecniche fisiche di fare alpinismo ci sono mille altre attività su cui impegnarsi!!!
rivoltando il pensiero di Dalla Porta Xydias è doppiamente inacettabile che un Alpinista faccia uso di doping, non ha nemmeno "l'alibi" della competizione e del dover arrivare su prima degli altri!!!
Da socio C.A.I. quale sono, mi auguro in futuro di non leggere più articoli deliranti come questo sulla rivista ufficiale dell'Associazione... chiunque sia colui che li scrive!!!

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