Mingozzi: "E' fuori dal mondo chi si batte contro l'E55"
sabato 07 agosto 2010
Il Vicesindaco con delega al porto e all'università Giannantonio Mingozzi contesta radicalmente quanto affermato dalle 20 associazioni emiliano romagnole (alcune ravennati, come gli amici di Beppe Grillo, il collettivo Byzantium, Ravenna Viva, Attac Ravenna, la stessa Lega Ambiente) che sostengono No Ar, la campagna contro la nuova E55.
" Verrebbe da dire che non vi è opposizione più efficace di quella che si batte contro l'E55 visto che abbiamo trascorso anni di assoluta insensibilità da parte di governi e Parlamenti che mai l'hanno sostenuta come priorità nazionale; ma oggi che gli enti locali e le regioni interessate hanno trovato un accordo sul tracciato, la procedura di Via è avviata e qualcosa si muove sul fronte della committenza imprenditoriale, è incredibile come riprendano fiato gli oppositori all'E55 per ragioni ambientali e di autosufficienza infrastrutturale garantita, a loro dire, dalla Romea ".
"Ho sempre considerato il tratto dell'E55 Ravenna Mestre come parte prioritaria del collegamento autostradale nord-sud che pone Ravenna e il suo porto come nodo fondamentale per il traffico merci che da Civitavecchia e il sud Italia muove verso l'Europa e viceversa, convergendo anche sul nostro scalo, sottolinea Mingozzi".
"Continuare a dire, come fanno le 20 associazioni, che il costo è troppo alto e la statale Romea è una buona alternativa, ipotizzando addirittura di deviare sulla Bologna Padova il traffico merci destinato anche a Ravenna, è fuori dal mondo e non tiene conto che l'Europa si muove, la competitività sul costo dei trasporti è accanita e noi stiamo perdendo tempo e occasioni internazionali.
Come si fa a non capire che la Romea è già oggi al collasso e, pur avendo bisogno di interventi di manutenzione e di messa in sicurezza che spettano all'ANAS, tra pochi anni sarà del tutto insufficiente a sostenere il traffico merci del nostro porto e dell'economia ravennate e contrapporre la nuova arteria autostradale alla messa in sicurezza della Romea vuol dire non avere idea di che cosa sarà domani il traffico merci su gomma e lo sviluppo dell'interscambio commerciale".
"E qualcuno, conclude Mingozzi, di fronte alla possibilità di mettere in campo risorse pubbliche e private, si chiede ancora se quest'opera sia necessaria quando il sistema delle infrastrutture europea rischia di tagliare fuori buona parte dell'Adriatico, Ravenna e l'economia romagnola confinando quest'area in un ambito secondario, certamente meno attrezzato dei porti tirrenici come Genova e La Spezia, degli stessi porti di Venezia e Trieste nei quali già si teorizzano arterie dirette con l'est Europa e il bacino franco tedesco".
" Verrebbe da dire che non vi è opposizione più efficace di quella che si batte contro l'E55 visto che abbiamo trascorso anni di assoluta insensibilità da parte di governi e Parlamenti che mai l'hanno sostenuta come priorità nazionale; ma oggi che gli enti locali e le regioni interessate hanno trovato un accordo sul tracciato, la procedura di Via è avviata e qualcosa si muove sul fronte della committenza imprenditoriale, è incredibile come riprendano fiato gli oppositori all'E55 per ragioni ambientali e di autosufficienza infrastrutturale garantita, a loro dire, dalla Romea ".
"Ho sempre considerato il tratto dell'E55 Ravenna Mestre come parte prioritaria del collegamento autostradale nord-sud che pone Ravenna e il suo porto come nodo fondamentale per il traffico merci che da Civitavecchia e il sud Italia muove verso l'Europa e viceversa, convergendo anche sul nostro scalo, sottolinea Mingozzi".
"Continuare a dire, come fanno le 20 associazioni, che il costo è troppo alto e la statale Romea è una buona alternativa, ipotizzando addirittura di deviare sulla Bologna Padova il traffico merci destinato anche a Ravenna, è fuori dal mondo e non tiene conto che l'Europa si muove, la competitività sul costo dei trasporti è accanita e noi stiamo perdendo tempo e occasioni internazionali.
Come si fa a non capire che la Romea è già oggi al collasso e, pur avendo bisogno di interventi di manutenzione e di messa in sicurezza che spettano all'ANAS, tra pochi anni sarà del tutto insufficiente a sostenere il traffico merci del nostro porto e dell'economia ravennate e contrapporre la nuova arteria autostradale alla messa in sicurezza della Romea vuol dire non avere idea di che cosa sarà domani il traffico merci su gomma e lo sviluppo dell'interscambio commerciale".
"E qualcuno, conclude Mingozzi, di fronte alla possibilità di mettere in campo risorse pubbliche e private, si chiede ancora se quest'opera sia necessaria quando il sistema delle infrastrutture europea rischia di tagliare fuori buona parte dell'Adriatico, Ravenna e l'economia romagnola confinando quest'area in un ambito secondario, certamente meno attrezzato dei porti tirrenici come Genova e La Spezia, degli stessi porti di Venezia e Trieste nei quali già si teorizzano arterie dirette con l'est Europa e il bacino franco tedesco".
Nessun commento:
Posta un commento