sabato 28 aprile 2012

► LA SPECULAZIONE SULLE ENERGIE RINNOVABILI


Leggendo l'articolo qui sotto, sul momento mi son detto che saggia la posizione del C.A.I, Club Alpino Italiano....

poi ripensandoci mi son detto: Veramente la posizione del C.A.I. non è niente di che... un briciolo di buon senso, un minimo di obiettività, almeno due Neuroni per dialogare fra loro.... in realtà è la posizione di certe associazioni e partiti pseudo ambientalisti ad essere scellerata... qui si parla di eolico e idroelettrico, ma il problema della speculazione riguarda tutte le energie anche  queste in parte più pseudo che realmente rinnovabili...

Ecco perche' la politica di incentivi e' stata rivista
Testo di Carlo Brambilla - Sezione di Seveso e gruppo di lavoro Energia CCTAM

Il complicato argomento delle fonti rinnovabili d'energia e le pesanti ripercussioni di queste sull'ambiente montano, già trattato per alcuni aspetti su queste pagine in diverse occasioni (1), merita un ulteriore approfondimento, anche per motivare la posizione assunta dal CAI sugli impianti eolici industriali, pubblicata su La Rivista di nov-dic. 2010.
E' utile qui ricordare che in seguito a direttive della Comunità Europea, tese a promuovere lo sviluppo di fonti d'energia rinnovabili (FER) e in seguito ad una ben orchestrata campagna mediatica sostenuta anche da qualche associazione ambientalista, i diversi governi succedutisi dal 1999 ad oggi in Italia, hanno posto in atto un sistema di incentivazioni che, per le produzioni elettriche, ha raggiunto la massima premialità con la Legge n. 222 del nov. 2007, superando in generosità le diverse incentivazioni adottate nei paesi CE. In base a detta Legge, leggermente ritoccata dalla recente manovra finanziaria (L. n. 122/2010) gli incentivi sono erogati sull'energia prodotta e ceduta al Gestore del Mercato Elettrico, con modalità diverse secondo la fonte energetica e la potenza degli impianti.
Data la complessità del sistema incentivante, si può approssimativamente dire che l'energia prodotta da impianti con potenza inferiore a 1 MW e' remunerata con tariffe omnicomprensive, differenziate per fonti, che superano in alcuni casi il triplo del prezzo medio di mercato e il quintuplo per il fotovoltaico; mentre, per gli impianti con potenze superiori ad un 1 MW l'incentivo e' costituito dai cosiddetti Certificati Verdi (CV)(2) che, con una certa variabilità, potevano assicurare fino all'anno scorso remunerazioni anche superiori al doppio di detto prezzo medio.
Di fatto, la generosità degli incentivi, garantiti per almeno 15 anni, e l'assenza di linee guida nello scorso decennio, alle quali si e' provveduto solo lo scorso settembre (3) ha determinato, soprattutto dal 2007 in poi, una corsa sfrenata e sregolata all'installazione di impianti FER, che già nel 2010 ha fatto registrare potenze installate ben superiori alle tendenze previste dal Piano d'Azione Nazionale (PAN). I larghi margini di guadagno assicurati dagli incentivi, hanno consentito ai produttori di energia: di comprare con canoni allettanti i consensi dei piccoli comuni per la svendita delle loro acque e del loro territorio; di affittare e rendere più redditizi, ma sterili, vasti terreni agricoli per l'installazione di grossi impianti fotovoltaici; di snaturare pesantemente i crinali montani e il paesaggio nazionale con migliaia di torri eoliche.
Questa situazione, se da un lato ha prodotto un piccolo incremento della produzione elettrica FER (alcuni punti percentuali rispetto al consumo totale, abilmente propagandati come il fabbisogno di alcuni milioni di famiglie) dall'altro ha determinato lo sviluppo di molti impianti scarsamente produttivi, impattanti per l'ambiente e non sostenibili economicamente in assenza di incentivi.
La recente presa di posizione CAI e' motivata anche dai dati statistici del Gestore Servizi Energetici (GSE), relativi alle ore equivalenti annue di funzionamento a potenza nominale degli impianti eolici italiani nel periodo 2004-2008.
Da questi si deduce che nel 2008, il 75% degli impianti eolici italiani totalizzarono utilizzazioni minori di 2000 ore/anno; tra questi il 25% sono compresi tra 1000 e 1500 ore/anno e il 25% sono perfino sotto le 1000 ore/anno (mediamente meno di un mese = 730 ore).
Inoltre, gli stessi dati dimostrano che, all'aumentare del numero d'impianti installati in detto periodo, corrisponde una progressiva diminuzione del loro tempo medio di utilizzazione, indicando con ciò un progressivo esaurimento dei siti produttivi e la prospettiva di ulteriore scarsa produttività dei numerosi impianti in progetto.
Pertanto, tralasciando i costi ambientali non sempre quantificabili e considerando che, senza incentivi, la sostenibilità economica di un impianto eolico necesita di almeno 2000 ore/anno equivalenti di funzionamento, si può ritenere che in Italia, il numero degli impianti eolici sostenibili è limitato al 25% degli esistenti e tende alla saturazione.
Anche i dati GSE(5) relativi all'incremento di potenza idroelettrica incentivabile, installata al maggio 2009, evidenziano che i 484 nuovi impianti totalizzano soltanto il 13% della nuova potenza installata, contro l' 87% di quella ottenuta dal potenziamento, riattivazione e rifacimento degli impianti preesistenti. Con questa tendenza, i nuovi impianti idroelettrici prevedibili al 2020 secondo il PAN, incrementerebbero di circa 0,1% la produzione necessaria al fabbisogno elettrico nazionale: un contributo energetico insignificante a fronte delle notevoli alterazioni ambientali indotte.
Praticamente: si sta grattando il fondo del barile idroelettrico, depauperando i residui corsi d'acqua montani e sfigurando e destabilizzando interi versanti con le strade d'accesso alle captazioni; si sta svendendo il prezioso paesaggio e la naturalità delle nostre montagne sostituendo le antiche faggete con selve di gigantesche torri eoliche; si stanno sacrificando al moloch energetico anche i meno redditizi terreni agricoli, che non saranno più recuperabili ad una sana produzione alimentare, la cui domanda va crescendo.
Ma ora, i nodi di queste incentivazioni stanno venendo al pettine, perché il solo meccaniscmo dei CV, secondo l'AEEG (4) ha avuto un costo, per il solo anno 2009, pari a 650 milioni di euro a carico della componente A3 della tariffa elettrica. Costo che sommandosi a quello delle altre incentivazioni (omnicomprensivo, CIP6, ecc.) e' destinato progressivamente a crescere lo sviluppo delle FER.
Secondo valutazioni AEEG, il costo di tutti gli incentivi energetici attuali e relativi oneri di sistema può raggiungere nel 2020 una cifra dell'ordine di 7 miliardi di euro e gravare sulle varie componenti tariffarie della bolletta elettrica.
Considrato che queste incentivazioni sono a carico della generalità degli utenti, e potranno appesantire il costo del kilowattora ben oltre il quasi 9% attuale, tali previsioni di costo hanno suscitato diverse grida di allarme da parte dei responsabili degli organismi di controllo del sistema energetico, allarme riguardante la competitività internazionale del sistema produttivo italiano, che già sta subendo dislocazioni verso paesi a minor costo energetico.
Paolo Vigevano, amministratore delegato dell'Acquirente Unico, la società del GSE che si occupa degli acquisti di energia, dice che "le previste dinamiche di crescita del settore delle fonti rinnovabili impongono una visione di lungo termine" e "per questo l'Acquirente Unico auspica una razionalizzazione del sitema delle Incentivazioni" armonizzandole "con gli standard europei e con le tendenze dell'evoluzione tecnologica, al fine di contenere la loro incidenza sul prezzo finale dell'energia elettrica" (fonte: Sole 24 Ore - 26.01.11).
Ciò sta inducendo gli organi di Governo, meglio tardi che mai, a ripensamenti sulla sostenibilità di questo sistema di incentivi; ripensamenti molto contrastati dalle lobby energetiche che finora hanno avuto nelle FER redditizie opportunità di investimento finanziario. Con la riduzione delle provvidenze incentivanti ed il prevedibile crollo di redditività delle FER, i conti economici delle imprese interessate non reggerebbero, quindi, esponenti del sistema bancario paventano anche il crollo della bolla speculativa in atto.
Ben vengano, dunque, tutte le sollecitazioni che il CAI potrà attuare a difesa di una lungimirante gestione degli interventi in campo energetico che, privilegiando maggiormente il risparmio dei consumi e l'efficienza delle utilizzazioni, possono conseguire risultati migliori della corsa produttiva finora impostata, senza mettere a repentaglio ulteriori beni ambientali.


NOTE
1) "Impianti eolici in Italia - benefici e costi" (La Rivista mag.-giu. 2008) // "Fonti d'energia rinnovabili: efficacia costi degli incentivi" (La Rivista mar.-apr. 2009) // "Energia dell'acqua in montagna" (La Rivista gen.-feb. 2010)
2) I "Certificati Verdi" (CV) sono titoli che certificano una quantità di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Sono, trasferibili e commerciabili a valori di mercato e utilizzati per assolvere l'obbligo imposto ai produttori o importatori di energia elettrica da fonte convenzionale, di immettere annualmente in rete una percentuale assegnata e crescente fino al 2012 di anno in anno, di energia ottenuta da fonti rinnovabili. Istituiti con DL 164/00, i CV sono rilasciati dal GSE. Inizialmente emessi per taglie da 100 MWh, successive leggi hanno ridotto la taglia di energia certificata a 1 MWh. La Legge n. 222/29.11.07, ha stabilito che dal 2008 i CV abbiano un valore di riferimento pari a 180 €/MWh meno il prezzo medio di cessione dell'energia dell'anno prima. Valore a cui i CV non utilizzati dopo un triennio dall'emissione, sono ritirati e pagati dal GSE al prezzo di riferimento. La Legge 122/2010 ha imposto una riduzione del 30% rispetto al 2010 degli oneri sostenuti dal GSE per detto ritiro, in attesa di un DM successivo.
3) Decreto Ministero Sviluppo Economico 10.09.2010: Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentari da fonti rinnovabili.
4) AEEG: Autorità per l'Energia Eletrrica e il Gas.
5) Consultabili sul sito: www.gse.it

Da "LA RIVISTA" Rivista bimestrale, riservata ai soci del Club Alpino - marzo/aprile 2011

Pubblicato anche da
ItaliaNostra - Firenze

2 commenti:

  1. Pubblicato il 15 Aprile 2011, ripreso oltre che da "Amici di Fb", anche dalla prestigiosa Associazione di Italia Nostra, lo rilancio pure sul mio Blog...

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  2. Italia Nostra Onlus – Sezione di Firenze
    http://italianostrafirenze.wordpress.com/2012/04/23/la-speculazione-sulle-energie-rinnovabili/

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