mercoledì 26 dicembre 2012

► Un problema chiamato Bambi - ma anche NO!!!

Caccia Selvaggia
La Lettera è di un anno fa, ma comunque sempre attuale, tanto, più il tempo passa e più la mente umana media si atrofizza e spara non solo cartuce tramite il fucile ma cazzate direttamente... partire da un eventuale problema daini per finire a scrivere che ci sono troppi Fenicotteri e diventa difficile se non impossibile cacciare gli Anatidi, la dice lunga sui caccciatori "amanti della natura"... Che ci sono problemi nessuno lo nega, ma non sarà che Daini, Gamberi Rossi, Cormorani e Feniccotteri vanno gestiti con misure ad hoc e che non ci può essere un unica ricetta? Il Signor Miccoli cosa vorrebbe fare, aprire la caccia di selezione al Fenicottero, fra l'altro il più innocuo fra le specie nominate ???

Appare evidente, dalle diverse lettere pubblicate e facenti riferimento all'iniziativa della Provincia di Ravenna di contenere l'esplosione demografica dei daini nel Ravennate, che non si sono bene afferrati alcuni aspetti fondamentali della gestione dell'ambiente. Innanzitutto è vietato per legge introdurre specie che non facciano parte dell'ecosistema naturale della zona e questo perché si rischiano (come avvenuto) squilibri che possono andare in danno di specie presenti storicamente. Tornando ai daini, che sono in grande ed incontrollato aumento, si è puntata l'attenzione unicamente su una delle possibili modalità di contenimento e cioè l'abbattimento con sparo, facendone tutto un fascio con l'attività venatoria che in questa situazione non c'entra proprio nulla. Basterebbe fare mente locale e ricordare quanto accaduto nella vicina riserva naturale del Boscone della Mesola dove a forza di rimandare i piani di controllo ci si trovò con buona parte del bosco letteralmente 'mangiata' dagli animali che avevano raso al suolo tutto il sottobosco.
Furono allora catturati e/o abbattuti (da selettori della Forestale) circa 400 esemplari e uno degli aspetti che rammento fu proprio la difficoltà di ricollocare in altre zone questi animali.
L'eventuale necessario abbattimento di alcuni esemplari selezionati deve essere messo alla stregua di quanto avviene quotidianamente in tutti i macelli pubblici, cioè in questo caso un'attività necessaria per evitare danni all'ambiente, alle persone e l'esplosione di una qualche forma di epidemia. Il nostro territorio è in serio pericolo per l'incontrollato controllo dell'aumento di alcune specie che nel recente passato non esistevano qui da noi, poi per alcuni diversi motivi sono comparse e subito esplose non avendo nella catena alimentare alcun antagonista e tanto cibo a disposizione. I cormorani nelle zone vallive, alcuni tipi di corvidi e le gazze, le nutrie, gli istrici, i gamberi americani, i fenicotteri, rappresentano tutti degli aspetti di pericolosità che vanno in grave danno sia per l'ambiente che per alcune specie tipiche delle nostre zone ed ora anche a rischio di estinzione. Ogni ambiente ha una sua capacità di sopportazione numerica di una certa specie animale, superate queste soglie si instaurano dei danni ambientali e alle altre specie, nel nostro caso queste soglie sono state più volte superate e i danni sono più che evidenti. Noi dell'Acer siamo disponibili a fare vedere quello che avviene nelle nostre valli o in quelle di Comacchio nelle zone dove passano le migliaia di fenicotteri (censiti oltre 14.000, e' previsto di arrivare a 18.000 nel 2012, nelle sole valli comacchiesi) che 'vangano' il fondale vallivo distruggendo la vegetazione (cibo degli anatidi) e distruggendo anche tutta la colonia di gamberi (cibo principale di questi peraltro bellissimi uccelli) ed entrando in conflitto esistenziale con le stesse anguille che hanno le analoghe abitudini alimentari e sono forse più antiche come presenza in quelle valli. E' mancata, e manca tuttora, una regia alla gestione ambientale di un'area, e appare singolare ed estremamente limitativo che vi sia una sollevazione per un piano di contenimento mentre non si rileva alcuna forma di attenzione per un problema che ci sta snaturando e/o distruggendo giorno dopo giorno alcune delle nostre zone umide e pinetate più pregiate, già così gravemente colpite nel tempo da una industrializzazione priva di controlli e anche da una subsidenza che ne ha alterato irreversibilmente il naturale assetto idrogeologico e morfologico.
Claudio Miccoli
Presidente Acer
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Ho infranto le regole pubblicando quasi tutta la sua lunghissima lettera, ma mi sembrava giusto fare così.
Tante parole, e curiosamente gli animali assumono un'immagine sconosciuta al grande pubblico, quella di un 'terminator' dell'ambiente. Parole alle quali mi sento di opporre una sola frase: per contenere il sovraffollamento non esiste proprio un'alternativa alla doppietta?
andrea.degidi@ilcarlino.net

Da Il Resto del Carlino - cronaca di Ravenna - Rubrica "Noi ravennati" di Andrea Degidi del 23/12/2011

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