giovedì 21 luglio 2011

► Mauro Corona - trionfatore al Bancarella


Mauro Corona - Vincitore Bancarella 2011



Un rude "Nativo delle Montagne", vince il premio Bancarella con un libro che sta a  dimostrazione che buon senso, saggezza ed un certo tipo di Cultura non si imparano a scuola o nelle città di oggi...

"Insegno il day after ai bambini". Il "mondo storto" di Mauro Corona, trionfatore al Bancarella

PONTREMOLI - Il mito del "buon selvaggio" del ginevrino Rousseau rivive, forse inconsapevolmente, nei pensieri dell'artista-scrittore friulano Mauro Corona. Si sa, a volte ritornano. Anche le idee, che credevamo morte e sepolte nei libri di scuola. Montanaro, pastore, boscaiolo, scultore, alpinista, autore di 17 libri, che hanno venduto la bella cifra di 2 milioni di copie. Questo tipo, strano e schivo, originale e un po' selvatico, ha vinto il Premio Bancarella con un'apocalisse annunciata: "La fine del mondo storto" (Mondadori). Una storia profetica sulla schiavitù dell'uomo imprigionato e accecato dalla tecnologia. Un successo decretato con larghezza dai librai e bancarellai pontremolesi, che già premiarono Hemingway con "Il vecchio e il mare" anticipando per la prima volta il Nobel.

Un Olimpo letterario inatteso. E Corona ha assaporato la conta dei voti con malcelata soddisfazione. "Sono un uomo semplice e umile - avverte il sessantunenne autore di Erto, poche case incassate nella valle del Vajont, in Friuli, che predica il ritorno alla natura -, abbandonato da bambino, ho rischiato l'alcolismo, sono stato processato per ubriachezza molesta e accattonaggio. Questo successo letterario è un riscatto: sono uscito dalla trappola della vita per miracolo". Corona apprezza l'ironia: "Ora non mi monto la testa perché sono abituato a non prendermi sul serio". E per dimostrarlo alla cerimonia di premiazione su abiti casual ha indossato un frac di carta e un cappello a cilindro. "Corona, ma lei ci è o ci fa?" gli ha chiesto la giornalista di Sky tg24 Letizia Leviti, che ha presentato la manifestazione letteraria. "Sono così come mi vedete, senza trucco senza inganno".

Per spiegare Corona, c'e' chi racconta che una volta Vittorio Sgarbi visitò una sua mostra di sculture e, colpito da un'opera, cercò di contrattarne il prezzo. Ma Corona tirò fuori improvvisamente una motosega e tagliò in due il manufatto dicendo: "Per quei soldi te ne posso dare la metà!". Verità o leggenda? Lo scultore-scrittore preferisce glissare. Più volentieri spiega che cos'è il suo "mondo storto": "Si è perso il contatto con la terra, l'uomo era autosufficiente, perchè sapeva cacciare, tessere e scaldarsi. Ora si è immerso nella tecnologia ed è un abbraccio mortale. Siamo sull'orlo del baratro. Non esiste più la manualità - spiega Corona - oggi sappiamo solo ticchettare sul computer, e l'uomo rischia di essere l'unico essere vivente ad autoestinguersi per imbecillità". Che cosa accadrebbe se un giorno il modno si svegliasse e scoprisse che non c'e' piu' energia: petrolio, carbone, elettricità svanite nel nulla? Gli uomini sareberreo preda del gelo, sopravviverebbero solo quelli in grado di recuperare le antiche abilità contadine e montanare che fanno riferimento alla terra: gli ultimi immortali. E' il succo del libro "La fine del mondo storto", romanzo con uno stile intenso, da cantastorie.
Ma come si può evitare questo "day after"? "Non pretendo certo che si rinunci alla tecnologia- riflette Corona -, ma credo che occorra far partire una grande opera di sensibilizzazione nelle scuole per allestire il kit di sopravvivenza necessario in caso di necessità. I bambini oggi non conoscono nemmeno i nomi delle piante e occorre tronare all'esercizio della manualità. Ad esempio accendere un fuoco semza aiuti strumentali". Per questo ha iniziato una serie di incontri nelle scuole (oltre 100) e gli alunni di fronte alle sue storie rimangono a bocca aperta.
"Vorrei citare - conclude - il poeta americano Walt Whitman che invitava i giovani a migliorarsi crescendo all'aria aperta, mangiando e dormento con la terra". E la critica feroce alla società contemporanea si stempera col pensiero di una nuova primavera: quasi pronti per la fine del mondo, un fiore potrebbe salvarci.

Tratto dal Resto del Carlino del 19/07/2011

Credo sia esagerato parlare di kit di sopravvivenza, il grosso problema contemporaneo prima ancora della mancanza di manualità credo sia la mancanza di "buon senso" e di "intelligenza".... ci viene insegnato a come diventare furbi, ma questo prima o poi ci porterà inevitabilmente, e qui sono d'accordo con Corona, ad estinguerci per imbecillità... e non è poi così detto che questo per il pianeta sia un male....

Fra i mali del progresso ritengo l'informatizzazione il minore dei mali e ritirandomi ipoteticamente a vivere in vetta a un monte, l' unica modernità a cui non vorrei rinunciare è proprio la Rete, però in linea di massima e a livello generale condivido il pensiero del "disperso nei Boschi" allargandolo però senza se e senza ma, alla mancanza di saper ragionare e usare la testa e non solo alla mancanza di manualità .....

Quella volta che lo incontrai...



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